Editorial 5 (2020)

• Sabrina Maag – Ursula Reuter-Mayring – Birgit Ulmer •


PID: https://hdl.handle.net/21.11108/0000-0007-EAAD-F

Eine überaus vielfältige Mischung an Themen prägt die Rubrik der Artikel in der nun fünften Ausgabe von Horizonte: Sie spannt einen zeitlichen Bogen von zwei in Vergessenheit geratenen Dramatikerinnen der italienischen Renaissance bis zu einem zeitgenössischen Roman, in dem wiederum Anklänge aus Dantes Inferno aufscheinen. Quasi ‹dazwischen› vertreten sind das italienisch-europäische Settecento mit Giuseppe Baretti, die Zeit des Risorgimento mit einem bisher wenig beachteten Aspekt zu Carlo Cattaneo und, am Übergang von Otto- zu Novecento, der oft als kanonischer, aber zugleich als aus der Zeit gefallen bezeichnete Autor des Verismo, Federico de Robertis. Entlang dieses gedachten zeitlichen Bogens folgt der Beitrag zu einem Großen der italienischen Literatur des 20. Jahrhunderts, Giorgio Bassani, dessen zwanzigster Todestag sich im April 2020 jährte, und schließlich derjenige über den Gegenwartsautor Davide Orecchio und die neueren literaturästhetischen Konzepte der Gruppe Wu Ming. Mit Überlegungen zu Dimensionen von Ästhetik beschäftigen sich zwei weitere Beiträge: Da geht es zum einen um Begriff und Idee des Ästhetischen Genusses und zum anderen darum, wie Konzepte aus den performativen Künsten in andere Bereiche übertragen werden können.

Auch die Literarischen Stimmen präsentieren sich als bunter (Jubiläums-)Strauß, in dem sich neben einer Auswahl bislang unveröffentlichter Gedichte von Daniele Barbieri ein Ausschnitt aus der kürzlich erschienenen Übersetzung des Romans Il Falsario di Caltagirone (Der kunstfertige Fälscher) findet, dessen Autorin, die Sizilianerin Maria Attanasio, nicht nur mit ihrer Prosa, sondern auch mit Dichtung und Essays bei der Literaturkritik Anerkennung findet. In der Ausgabe 4 (2019) machte Horizonte bereits auf ihren historischen Roman La ragazza di Marsiglia aufmerksam. Der Autor Cesare De Marchi gibt zudem in einer Art Werkstattbericht einen Einblick in jene Arbeit, die literarischen Stimmen eine zweite an die Seite stellt, die sie in eine andere Sprache hinüberzusetzen vermag. Zum 100-jährigen Geburtstag Leonardo Sciascias im kommenden Januar wird im Verlag Edition Converso eine Festschrift erscheinen – darin: erstmals auf Deutsch «Tod des Inquisitors» und «Der Mann mit der Sturmmaske». Die Verlegerin hat uns freundlicherweise einen der Rahmenbeiträge von Santo Piazzese zum Vorabdruck zur Verfügung gestellt, wofür wir herzlich danken. Auf Sciascia lenken wir im Übrigen in dieser Ausgabe von Horizonte noch ein weiteres Augenmerk mit der Rezension eines kürzlich erschienenen Bandes zu Sciascia e le culture di lingua tedesca. Außerdem ist in einem Ausschnitt die ganz gegenwärtige literarische Stimme von Sergio Fabiani zu entdecken, der mit scharfem Blick und trockenem toskanischen Humor von seinem «trovare l’America» erzählt.

Einen kritischen politischen Essay über die Demokratie in Italien in Zeiten von Populismus steuert Cesare De Marchi in den Miscellanea bei.

Und schließlich bietet Horizonte wieder zahlreiche Anregungen zur Lektüre aus Wissenschaft und Literatur: Die Rezensionen beschäftigen sich mit aktuellen Büchern zu Giorgio Agamben, Giacomo Leopardi, Curzio Malaparte und zur Poesia italiana dal Novecento a oggi und besprechen literarische Texte von Manuele Fior, Marcostefano Gallo, Marta Morazzoni, Claudia Petrucci, Caterina Emili und Mauro Pusceddu. An dieser Stelle danken wir allen Verlagen, die auch in Zeiten eines bislang unvorstellbaren lockdowns unkompliziert Rezensionsexemplare angeboten und zur Verfügung gestellt haben.

In den vergangenen Monaten haben die Erfahrungen des Lebens in und mit der von SARS CoV19 ausgelösten Pandemie uns alle begleitet – so eben auch BeiträgerInnen, Redaktion und HerausgeberInnen dieser Ausgabe. Bekannte und verlockende Horizonte veränderten sich, verschoben, ja verengten sich und zeigten Schrecken, Leid und Tod. In unseren Gesellschaften war Reden und Handeln in einem Maß von Nationalismus, Selbstsucht und Eigennutz geprägt, dass UN Generalsekretär António Guterres in einer Rede am 8. Mai 2020 darin «a tsunami of hate and xenophobia, scapegoating and scare-mongering» erkannte (https://news.un.org/en/story/2020/05/1063542). Gleichzeitig aber erfuhren wir alle auch, mit wie viel Einsatz Menschen helfen und einander eben nicht im Stich lassen, wie sie Erkenntnisse und Wissen teilen, wie sie sowohl kritisch bewerten als auch mutig und solidarisch handeln können. Darin werden wir uns weiter üben.

Mit dem Titelbild Io resto libera zeigen wir dieses Mal einen direkten Kommentar von Gianluca Costantini zur Situation in diesem Jahr 2020. Gianluca Costantini, der seine Umwelt zeichnerisch reflektiert und kritisch interpretiert, vergegenwärtigt uns damit, dass schützende Solidarietät mit anderen und selbstständiges Denken kein Widerspruch sind.

Mit dieser fünften Ausgabe von Horizonte feiern wir unsere Unabhängigkeit, die Leidenschaft und den unermüdlichen Antrieb aller, die bisher an Horizonte mitgearbeitet und uns begleitet haben und ohne deren Engagement es dieses Projekt nicht geben würde. Bei allen bedanken wir uns sehr herzlich und sehen uns gestärkt, das Begonnene weiter fortzusetzen … per continuare …
Die Herausgeberinnen

Una quanto mai varia mescolanza di temi caratterizza la rubrica degli Articoli dell’attuale quinta edizione di Horizonte. Essa tratteggia una linea temporale immaginaria, che parte dal dramma rinascimentale italiano, con due scrittrici italiane cadute in dimenticanza, per chiudersi con un romanzo contemporaneo in cui compaiono a loro volta echi dell’Inferno dantesco. ‹Nel mezzo›, per così dire, troviamo rappresentati il Settecento italo-europeo con Giuseppe Baretti, il Risorgimento con Carlo Cattaneo ed un suo aspetto finora poco considerato e, a cavallo tra Ottocento e Novecento, un autore verista spesso definito canonico e al tempo stesso fuori dal tempo: Federico de Robertis. Segue un contributo dedicato ad un grande della letteratura italiana del ventesimo secolo, Giorgio Bassani, il cui ventesimo anniversario della scomparsa ricorreva l’aprile scorso, per finire poi con un contributo dedicato al contemporaneo Davide Orecchio e ai nuovi concetti estetico-letterari del gruppo Wu Ming. Di riflessioni di tipo estetico si occupano anche due ulteriori contributi: il primo riguardante il concetto e l’idea di piacere estetico, l’altro, invece, incentrato su come concetti provenienti dalle arti performative possano essere mutuati in altri ambiti.

Anche le Voci d'autore si presentano come un variopinto mazzo di fiori (giubilare, appunto). Qui, accanto ad una cernita di poesie di Daniele Barbieri sinora mai pubblicate, troviamo un estratto della traduzione recentemente edita del romanzo Il Falsario di Caltagirone della siciliana Maria Attanasio, che si è resa nota presso la critica letteraria non solo per la sua prosa, ma anche con poesie e saggi. Nell’edizione 4 (del 2019) Horizonte aveva già richiamato l’attenzione sul suo romanzo storico, La ragazza di Marsiglia. A seguire, l’autore Cesare Marchi ci da accesso, in una sorta di ‹cronaca dell’officina letteraria›, a quel lavoro che regala alle voci letterarie una seconda voce in grado di tradurle in altre lingue. In occasione del centenario della nascita di Leonardo Sciascia nel 2021, uscirà per la casa editrice Converso uno scritto celebrativo, tra cui compaiono «Morte dell’inquisitore» («Tod des Inquisitors») e «L’uomo del passamontagna» («Der Mann mit der Sturmmaske») per la prima volta in tedesco. L’editrice ci ha gentilmente messo a disposizione per una prestampa uno dei contributi introduttivi di Santo Piazzese – cosa per cui la ringraziamo di cuore. Su Sciascia, tra l’altro, riportiamo nuovamente l’attenzione, in questa edizione di Horizonte, con la recensione di un volumetto recentemente edito su Sciascia e le culture di lingua tedesca. A seguire, si può scoprire la voce letteraria di Sergio Fabiani, autore contemporaneo, in un brano che racconta del suo «trovare l’America» con sguardo acuto ed incisivo umorismo toscano. Cesare de Marchi, infine, ci regala in Miscellanea un essay politico sul tema del populismo.

Da ultimo, Horizonte offre ancora una volta molteplici spunti per la lettura sia scientifica che letteraria: le Recensioni si occupano di libri attuali su Giorgio Agamben, Giacomo Leopardi, Curzio Malaparte e la poesia italiana del Novecento; trattano, inoltre, testi letterari di Manuele Fior, Marcostefano Gallo, Marta Morazzoni, Claudia Petrucci, Caterina Emili e Mauro Pusceddu. Cogliamo qui l’occasione per ringraziare le case editrici, che anche in tempi di finora inimmaginabili lockdowns hanno offerto e messo a disposizione esemplari di recensione in maniera semplice e senza troppe complicazioni.

Nei mesi passati esperienze di una vita in e con la pandemia scatenata dal virus SARS CoV19 hanno accompagnato tutti noi – quindi anche chi ha contribuito ad Horizonte, la redazione e le editrici di questa edizione. Orizzonti noti ed allettanti hanno cambiato aspetto, sfalsandosi o addirittura restringendosi e mostrando spavento, dolore e morte. Nella nostra società, nazionalismo, egoismo e tornaconto hanno talmente plasmato parole ed azioni che il segretario generale ONU António Guterres, nel suo discorso dell’8 maggio 2020, ha riconosciuto in tutto ciò «a tsunami of hate and xenophobia, scapegoating and scare-mongering» (https://news.un.org/en/story/2020/05/1063542). Al tempo stesso, però, tutti noi abbiamo sperimentato con quanto impegno le persone sappiano aiutare, senza piantarsi in asso a vicenda; come condividano conoscenze e sapere, come sappiano sia valutare criticamente che agire con coraggio e solidarietà. In questo continueremo ad esercitarci.

Con l’immagine di copertina dal titolo Io resto libera questa volta presentiamo, quindi, un commento diretto alla situazione di questo 2020 da parte di Gianluca Costantini. L’autore riflette e interpreta graficamente il suo ambiente, ricordandoci che solidarietà protettiva con l’altro e pensiero indipendente non sono una contraddizione.

Con questa quinta edizione di Horizonte festeggiamo la nostra autonomia, la passione e la spinta instancabile di quanti fino ad oggi hanno collaborato con noi accompagnandoci lungo la strada, senza il cui impegno questo progetto non esisterebbe. Vi ringraziamo tutti di cuore: il vostro supporto ci da forza per continuare quanto intrapreso … per continuare …
le editrici.

Voll Freude und nicht ohne Stolz, erlauben wir uns nun an dieser Stelle noch zwei Glückwünsche zu zitieren, die uns anlässlich «Fünf Jahre Horizonte» erreicht haben:

A questo punto, piene di gioia e non senza orgoglio, ci permettiamo di citare due messaggi augurali, che ci hanno raggiunti in occasione dei «5 anni di Horizonte»:

«Horizonte hat den Schritt gewagt, von der Printfassung in die elektronischen Medien zu migrieren. Ein Wagnis, das durch echten Erfolg gekrönt ist: Die fünfte Nummer erscheint! Brave, bravi! Dafür gebührt den Macherinnen und Machern der Horizonte — Neue Serie • Nuova Serie, die die seinerzeit 1996 in Stuttgart auf Initiative von Georg Maag ins Leben gerufene italianistische Zeitschrift weiterführt, Hochachtung – und großer Dank. Denn es ist in Zeiten von Budgetunsicherheiten, kleinschrittigen Digitalsierungsversuchen der Universitäten und dem Gebaren von wissenschaftlichen Großverlagen, die als Gewinnmaschinen konzipiert sind, nicht einfach, einen direkten Kanal in Print oder über den Bildschirm zwischen Wissenschaft, Kultur und interessierter Öffentlichkeit offen zu halten und dabei immer mit Blick auf das Interessengebiet Italien inhaltlich Unerwartetes, Unverhofftes, gedanklich und emotional Anregendes zu bieten. Besonderer Dank und Achtung gilt dem Team von Herausgeberinnen und Herausgebern, die sich von Budgetzwängen befreit haben und seit 2016 viel Arbeit daran gesetzt haben, um Horizonte im Netz weiterleben zu lassen und so den beglückenden Austausch aufrechtzuerhalten. Dank geht auch an die vielen engagierten Beiträger und Beiträgerinnen, die auf diesem Weg ihr Engagement für die Studien über Italien zum Ausdruck bringen und vielfach anregende Gedanken übermitteln.»

Rolf Lohse (Universität Bonn)

«Ricordo ancora l’entusiasmo dell’intelligenza con cui Georg Maag mi parlò del progetto costitutivo della rivista Horizonte, in cui furono coinvolte le figure più di spicco nel panorama italiano degli studiosi di letteratura. Quella forza si ritrova nelle parole di conclusione del breve testo che accompagnava il primo numero della rivista, pubblicata nel 1996, in cui l’orizzonte viene definito ‹un ostacolo alla percezione, che stimola la fantasia, l’estremo confine del visibile, al di là del quale si schiudono gli spazi dell’immaginario e del finito›. Questa compensazione dell’ostacolo è stata declinata da Horizonte come una strategia di scandaglio delle forze di ricerca, che hanno attraversato la letteratura e la cultura italiana delle diverse epoche, in particolare, di quella moderna e contemporanea. Letteratura come sintomo, si potrebbe dire: sintomo dei processi di vita che hanno animato, in modo non lineare e sempre dialettico, la cultura italiana. Da questo punto di vista, i tanti numeri della rivista Horizonte rappresentano, per il lettore italiano, come uno specchio di autocoscienza, come l’attimo della conoscibilità. Horizonte sortisce questo risultato, perché è rivista di «Kulturwissenschaft» in una accezione molto particolare. Ogni numero della rivista è come un prisma della cultura, che unisce in una configurazione, in una immagine le irradazioni multiverse che provengono da una zona di vita della cultura. Horizonte riesce in questo compito anche nel corso della sua seconda fase, quella di rivista online, guidata, dal 2016, dal team editoriale formato da Sabrina Maag, Ursula Reuter-Mayring e Birgit Ulmer, sempre accompagnata dalla presenza di Georg Maag. Si potrebbe dire: Sentendo nuova forza. In questa sua recente fase, Horizonte continua ad essere rivista di ricerca nella «Kulturwissenschaft», sismografo sensibilissimo a quanto avviene nella scena italiana, nella sua specificità e come frammento di un più grande insieme in movimento. Potremmo definire la fatica di ricerca di Horizonte come ‹micrologica›, capace di entrare nei processi di formazione della cultura, estraendone ingranaggi, dettagli, frammenti sfuggiti agli occhi di altri. Una rivista che conserva la perizia benjaminiana del saper rovistare.»

Luca Farulli (Accademia di Belle Arti, Firenze)