Valeria Parrella, Enciclopedia della donna. Aggiornamento.
Torino: Einaudi, 2017, pp. 106, Euro 14,00
ISBN 978-880-623-552-9

· Francesca Faccini ·


PID: http://hdl.handle.net/21.11108/0000-0007-DA5A-F

L’Enciclopedia della donna uscì negli anni Sessanta in fascicoli che descrivevano tutto ciò che il ‹gentil sesso› doveva sapere. Dalla cucina allo sport, dall’igiene al bon ton, le regole istruivano l’italiana media, che, in accordo con un paese ancora bigotto e perbenista, doveva ignorare la questione della sessualità. Da una coppia che si schiera in contrapposizione con questa forma mentis maschilista e retrograda, nasce Amanda, la protagonista del romanzo di Valeria Parrella. Forse, mai come in questo caso sembra calzante l’espressione latina nomen est omen; il gerundivo del verbo ‹amare› appare, difatti, qualcosa più di un semplice nome proprio, ma rappresenta un simbolo. Figlia di un’età di passaggio, degli anni della rivoluzione sessuale, del cambiamento culturale, Amanda sfoglia l’enciclopedia che la nonna aveva regalato alla madre come un documento a lei tanto familiare quanto lontano, un’opera che, a suo avviso, sarebbe stata completa se la lettera ‹F› non fosse stata così lacunosa: «Tutto quello che doveva dire l’ha detto una volta per sempre. Le manca un unico argomento e in toto […]: la fica.» (p. 9)

Cinquantatreenne napoletana, insegnante di Architettura all’università, madre di due gemelli adolescenti, Amanda pensa a colmare questo vuoto assecondando ogni suo desiderio sessuale, un’esplorazione che porta, appunto, a un aggiornamento empirico della raccolta. La protagonista conosce il proprio corpo ed è consapevole di chi può aiutarla a continuare la sua ricerca: «La manovalanza e i colletti bianchi sono di gran lunga da preferire ai professori universitari, ricercatori, associati, o ordinari. Agli intellettuali in generale, e soprattutto agli artisti, agli scrittori, ai registi. Non ho casistica sui giornalisti, ma conto di farmela.» (p. 27) Vissuto come un gioco e come fonte di puro godimento, il sesso diventa un’attività ricreativa, priva del peso dei sensi di colpa, nonché mezzo per riaffermare la libertà individuale. Eppure, esso appare anche uno schema dentro il quale si sviluppa l’intera struttura narrativa impedendo al romanzo di andare oltre all’elenco di conquiste e alla classifica delle scopate che occupano le pagine del libro. Amanda stessa sembra intrappolata nel suo ruolo di «donna, femmina» (p. 21) cacciatrice. Quando, nel capitolo «Alter», l’amante Francesco le dice che gli sembra di avere a che fare con un uomo, Amanda ribadisce la sua femminilità ricordando le sue mestruazioni e la sua vanità e insistendo sull’universalità della libidine. Leggere espressioni quali «quando me lo darà» (p. 20), sapere che alla protagonista cala l’eccitazione se mentre scopa un uomo le dice ‹ti amo›, non fa di Amanda una paladina contro il falso mito dell’amore romantico, piuttosto la rende la versione partenopea di Samantha di Sex and the City.

L’Enciclopedia della donna. Aggiornamento – pubblicato in Italia nel 2017 per Einaudi e uscito in traduzione tedesca per Folio Verlag nel 20181 – restituisce un modello già visto: poco importa se a vivere la sessualità con sfacciataggine e disillusione sia un maschio o una femmina; le dinamiche messe in scena ricalcano la dicotomia preda-cacciatrice/ore, sensibile-impassibile, non consegnando così nulla di nuovo ai comizi d’amore degli anni Duemila. Benché sia utile scorporare l’amore dal sesso, sebbene sia importante ricordare come anche le donne abbiano una visione sessualizzata della realtà, usare il paradigma del sesso per ambire a una forma di liberazione femminile rischia di essere troppo riduttivo. Gli ambiti riferimenti femministi vengono esplicitati nell’ultimo capitolo dedicato a Carla Lonzi. In «Sputando su Hegel» Amanda racconta come Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale sia stato e continui a essere un testo pilastro per la sua formazione tanto da inserirlo ‹a tradimento› nella bibliografia della tesi delle sue studentesse più tenaci. Soprattutto in questa sezione, l’elogio alla penetrazione e l’inno al fallo appaiono alquanto fuori luogo:

Io credo che la penetrazione sia una cosa strepitosa, direi l’unico motivo per cui quasi tutti i rapporti che ho avuto in vita mia sono stati con uomini. […] A me interessa la robustezza più che la lunghezza, e soprattutto deve essere resistente, proprio come uno scaffale che progettai per certi miei amici architetti che hanno un bello studio a Villa Santa Maria. Efficace. Resistente. Robusto. La lunghezza è variabile, a seconda della parete. Ma sotto un minimo non si scende, mi dispiace. Non è colpa di nessuno, non saranno giudicati per questo, ma piccolo non va bene, non dà nessun piacere, decade il principio della donna vaginale, torna quello della donna clitoridea e quindi non ha nessun senso più andare con un uomo. (p. 103–104)

Se al posto di una delle maggiori pensatrici femministe italiane si fossero scomodate Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda, il romanzo non apparirebbe così zoppo: cercare di essere un libro che rovescia le convenzioni ricalcando però dinamiche conosciute e maschie, fa della leggerezza del testo superficialità, della sfrontatezza di Amanda un cliché.

  1. Parrella, Valeria: Enzyklopädie der Frau. Update, Wien: Folio Verlag 2018.