Simonetta Sanna: Otto von Pirchs Caragoli (1832). Ein preußischer Offizier in Venedig. Weilerswist-Metternich: v. Hase & Koehler Verlag 2023, 103 S., Euro 29,90, ISBN: 978-3-7758-1424-9
Otto von Pirchs Caragoli (1832) rivisitato da Simonetta Sanna
Già da subito, ovvero introducendo l’autore Otto von Pirch (1799–1832) e la sua opera Caragoli: Reise-Mitteilungen aus Ungarn und Italien, 3 Bde., nel contesto della letteratura di viaggio europea, la germanista Simonetta Sanna fa presente che la letteratura di viaggio europea su Venezia è praticamente ingovernabile quanto lo è quella tedesca sull'Italia. In realtà se un giovane ricercatore ne avesse voglia potrebbe comporre una storia della letteratura tedesca dalle sue origini ai giorni nostri concentrandosi sul tema Italia come sua costante, partendo dai primi diari di pellegrini germanici a Roma fino agli attuali romanzetti di appendice, auto-pubblicati o postati in rete da giovani ‹scrittori› tedeschi in giro per le diverse regioni italiane.
Ma volendo, dall’alta letteratura tedesca di viaggio sull’Italia se ne potrebbe ricavare perfino un sotto-tema inaspettato come quello della sacralità della morte di tanti suoi protagonisti in Italia. Inaugurata da Gotthold Ephraim Lessing con la sua germanica Emilia Galotti sacrificata alla dea della purezza da un padre, tutto meno che cattolico, a Guastalla, la sacralità della morte in Italia è stata ampliata al massimo da August Graf von Platen con la sua intramontabile Das Grab im Busento per la morte e sepoltura di Alarico, re dei Goti, in un fiumicello che attraversa Cosenza. In tempi più vicini è stata ripresa in toni laici nella novella Tod in Venedig da Thomas Mann, nel romanzo Tod in Rom da Wolfgang Koeppen, per giungere al suicidio torinese del protagonista del romanzo Die Turiner Komödie di Michael Krüger o alla morte della madre del protagonista in un banalissimo incidente stradale sulla costa amalfitana nel racconto Die Eroberung der Zitadelle di Günter Herburger.
Ma così facendo si continuerebbe a leggere la letteratura tedesca ed europea di viaggio sull'Italia secondo consolidati schemi monoculturali, per altro sterili. Si continuerebbe a partire dall’idea che l’io narrante si limiti ad informare un suo amico o i lettori del diario sulle sue esperienze con la vita quotidiana, le opere d’arte, l’architettura urbana e i paesaggi dei paesi visitati. In altre parole si continuerebbe a leggerla attraverso gli occhi. Come se al lettore fosse data la possibilità di rivedere il tutto attraverso gli occhi del viaggiatore-autore e così di partecipare direttamente alle sue esperienze.
Ad un tale modello di lettura si presterebbe benissimo anche il secondo volume di Caragoli: Reise-Mitteilungen aus Ungarn und Italien, del giovane ufficiale prussiano Otto von Pirch, a cui Simonetta Sanna ha dedicato un’attenzione del tutto sorprendente e diametralmente opposta a quanto esposto fin qui. Vi si presterebbe perché ad un appassionato di letteratura di viaggio risulterebbe facile e comodo vedere attraverso gli occhi del viaggiatore una Venezia sorgere dalla laguna, che gli andrebbe incontro per accoglierlo ed offrirglisi come spazio ameno delle molteplici avventure, scoperte, esperienze che il giovane ufficiale, ben allenato a tempi estenuanti, affronta, senza nessun ombra di stanchezza, durante i 26 giorni della sua permanenza in una Venezia a sua disposizione. Da lettori un po' voyeuristi si potrebbe essere invidiosi per tutti i piaceri che attendono il giovane ufficiale: esaltanti esperienze culinarie e a diversi livelli, serate infinite nei teatri cittadini, dalla affollatissima Fenice a scendere lentamente in basso per la diversa qualità delle prestazioni, offerte erotiche, ovviamente rifiutate da un nobile ufficiale prussiano, escursioni gioiose tra la folla di eleganti nobildonne veneziane durante le passeggiate crepuscolari, fino alle conversazioni erudite nei salotti patrizi, governati sapientemente da donne esperte di come va la vita in una città in cattività austriaca.
Ma è proprio così che va letto il secondo volume di Caragoli si sarà chiesta Simonetta Sanna, alla quale si deve la riscoperta dell’opera del giovane ma sfortunato viaggiatore e autore Otto von Pirch? Non si tratta di una lettura riduttiva, fuorviante, addirittura penalizzante per un’opera così effervescente, anche se non sempre? Ed ecco che Simonetta Sanna, da grande esperta di letteratura di viaggio, decide di offrirci un modello di lettura alternativo per cogliere tutto quello che i nostri occhi non riuscirebbero a vedere, anche se guidati dagli occhi dell’autore.
Agguerrita di un vasto sapere psicoanalitico, filosofico, socio-culturale e storico, ma soprattutto degli ultimi sviluppi di una ricerca innovativa per quanto riguarda la letteratura di viaggio europea (cfr. «Anmerkungen», pp. 71–88 e «Bibliografie», pp. 89–99) Simonetta Sanna propone di soffermarsi su due aspetti fondamentali del diario su Venezia. Il primo aspetto dal titolo Venedig: Psychotopografie der urbs ludens (pp. 32–58), è dedicato alla funzione, estraniante ma allo stesso tempo di introspezione, dello spazio urbano, degli spazi culturali e privati, del tempo pubblico e privato di una città segnata da lenta decadenza, sottolineando la particolare attenzione che il viaggiatore rivolge ai ruoli ben codificati delle donne veneziane attraverso la loro appartenenza sociale, da quella patrizia in alto fino a quella infima, ovvero delle prostitute in giro a vendersi di notte per le calli. Il secondo aspetto dal titolo Psychotopografie des erzählenden Ichs ovvero die heimische Fremde (pp. 59–70) è in un certo qual modo l’approfondimento del primo, perché si indaga sul progresso cognitivo e su quei mutamenti interiori che produce l’auto-esposizione alla Fremde da parte del giovane viaggiatore.
Raccogliendo con tanta accorta competenza le annotazioni istantanee dell’io narrante Simonetta Sanna ne compone un quadro dei suoi stati d’animo, delle sue intuizioni, ma anche avvertenze al lettore, facendo così risaltare l'intensità con cui Otto Pirch o il suo alter ego procede ad un’autoanalisi continua dei suoi stati interiori a secondo dell’intensità con cui si vede confrontato, direi provocato, dalla Fremde, per inseguirne un possibile superamento. Il lavoro di Simonetta Sanna ha un doppio merito: quello di avere scoperto la crescente attualità dell’opera di un un giovane viaggiatore come lo era Otto von Pirch durante il suo viaggio in Ungheria e nell’Italia del nord. E ancor di più per avere elaborato un modello esemplare di lettura che permette di riscoprire e di rileggere la letteratura di viaggio europea sull'Italia in un contesto interculturale.